Emma Tramontana BOF illustrazioni
Ho scoperto il disegno pochissimi anni fa. Non sono un’illustratrice. Disegnare non è la mia principale attività. In realtà lavoro nel mondo del teatro, mi occupo di corpo e parola, ma il disegno si è aggiunto alla mia elaborazione creativa come parte altrettanto motoria. A volte sono i corpi che osservo muovere a suggerirmi un certo rapporto con lo spazio e ad aprire le proprie possibilità trasformative. A volte corrisponde ad un mio movimento interiore, che in alcuni momenti posso tradurre solo come visione. Nel tempo mi sono accorta che la necessità di disegnare arriva sempre in particolari stati, spesso connessi a fasi di transizione importanti, metamorfosi in atto: insomma, è come se il disegno arrivasse laddove si aprono come altre finestre sui sensi.Potrei dire che il segno diventa potente quanto più è forte l’emozione e l’urgenza da cui nasce. Disegnare arriva dove non arrivano le parole o il corpo, ed è una zona di libertà assoluta per me, perché riesco a trovare una sintesi immediata senza filtri. .È come se mi spostassi, ecco. Quello che in teatro si chiama straniamento. Anche quando disegno, mi sposto da me, vado da un’altra parte, gioco, nel senso che mi diverto: cambio direzione.
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